martedì 8 dicembre 2015

Ipocrisia

“Che differenza c’è fra l’innocenza di un bambino morto nel World Trade Center e quella di uno morto sotto le nostre bombe a Kabul? La verità è che quelli di New York sono i «nostri» bambini, quelli di Kabul invece, come gli altri 100.000 bambini afghani che, secondo l’UNICEF, moriranno quest’inverno se non arrivano subito dei rifornimenti, sono i bambini «loro». E quei bambini loro non ci interessano più. Non si può, ogni sera, all’ora di cena vedere alla televisione un piccolo moccioso afgano che aspetta di avere un pagnotta. Lo si è già visto tante volte; non fa più spettacolo. Anche a questa guerra ci siamo abituati.”
Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra

L'ipocrisia (dal Greco ὑποκρίνομαι «fingere») è un atteggiamento, comportamento o vizio di una persona che volontariamente pretende di possedere credenze, opinioni, virtù, ideali, sentimenti, emozioni che in pratica non possiede. Essa si manifesta quando la persona tenta di ingannare altre persone con tali affermazioni, ed è quindi una sorta di bugia.
   Ormai un po' tutti considerano tutti ipocriti quando un comportamento non risulta chiaro o giusto, rinunciando così a capire le volontà nascoste dalle azioni.
Spesso confondiamo l'ipocrisia con l'incapacità di una persona di attuare qualità o atteggiamenti che la persona stessa ritiene adeguati. La sostanziale differenza dei due casi è nelle intenzioni di chi manda il messaggio: si vuole ingannare l'interlocutore o si riconosce la propria insufficienza?

  Sapere quali significati hanno le parole implica essere coscienti dell'uso che se ne fa. Tacciare qualcuno come ipocrita dovrebbe comunicare che prima c'è stato un reale interesse nel capire determinati atti.
Solo in questo modo è possibile capire ed essere capiti.

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